Alcune considerazioni veloci.
Le prove Invalsi abbassano inesorabilmente le medie anche degli studenti più diligenti. Quelli, per intenderci, che arrivano agli scrutini con tutti 9 e 10. Gli stessi studenti che a seguito dell'Invalsi, perdono motivazione e stimolo, perchè vedono le loro medie abbassarsi inesorabilmente dopo mesi di serio impegno.
Facendo riferimento, in particolare, alle prove somministrate in terza media il cui esito influisce sulla valutazione complessiva, avete mai riflettuto su quante borse di studio in meno vengono elargite da quando c'è la prova Invalsi. Cherchez l'argent?
Di fatto non credo che questa sia l'unica motivazione di carattere economico.
E' una "fabbrica" che costa molto denaro ai contribuenti.
Peccato, potrebbe anche essere uno strumento valido se fosse concepito per essere tale: uno strumento, appunto. Direi che assomiglia di più ad un mezzo pesante, ad un rullo compressore... ad un'asfaltatrice .
Appesantisce e schiaccia.
Un sistema di valutazione nazionale può essere legittimo, ma i parametri su cui impostare le prove, per essere davvero utili, non dovrebbero prescindere dalle indicazioni nazionali sulla programmazione scolastica ed attestarsi su un livello di difficoltà medio. Non c'è niente di "medio" nelle prove Invalsi. Inoltre non si dovrebbero inserire domande a trabocchetto e arzigogolate.
Sarebbe, inoltre, necessario, rendersi conto che tali prove , che come ben si sa, sono impostate su domande a risposta multipla, possono influire solo parzialmente sulla valutazione complessiva dell'alunno.
A questi è richiesto di saper elaborare un pensiero, di saperlo mettere per iscritto: tutto ciò non può essere rilevato con le prove Invalsi e non potrebbe esserlo nemmeno se queste fossero concepite in modo sensato.
Ma potrebbero comunque avere un valore complementare nella valutazione dello studente, se fossero concepite con criteri opportuni.
Chi produce questi test non ha ben chiaro cosa sia la scuola. Non ha ben chiaro chi sia uno studente. Non ha ben chiaro cosa sia un gruppo classe. Non ha ben chiaro che cosa sia l'autonomia nell'insegnamento. Non ha ben chari i programmi, soprattutto. Ho visto le prove di matematica della seconda primaria: alcuni quiz presuppongono la conoscenza di nozioni di terza elementare.
C'è qualcosa che davvero non quadra.
Qualcuno dovrebbe poi spiegarmi, come mai in questi ultimi anni, non hanno fatto che ribadire che la scuola è un'azienda che agisce in piena autonomia (sapete quante sono le autonomie della scuola?) e poi spuntano queste prove sovranazionali, uguali per tutti...strana forma di democrazia, il cui fine è arrivare a stabilire che nessuno è in grado di superare completamente una prova Invalsi: tutti egualmente ignoranti e stolti. Faranno eccezione quei tre quattro alunni (escludiamo ovviamente quelle centinaia le cui prove sono palesemente svolte dagli insegnanti stessi) che hanno un quoziente intellettivo che, ovviamente di medio non ha nulla.
Insomma se a scuola i computers sono pochi e non funzionano, l'autonomia ti consente di non utilizzare il pc ( e come faresti?) e la programmazione subisce un piccolo ritocco. Se la classe non è in grado di superare una difficoltà nella comprensione di un argomento di matematica, per esempio, hai l'autonomia ( e il dovere) di gestire modi e tempi di insegnamento al fine di portare gli studenti a raggiungere quell'obiettivo. Ma...se ti capita la prova Invalsi la devi fare e basta. Anche se non c'entra molto con il sistema di valutazione generale della scuola in cui operi.
Quando vennero introdotte, non dimentichiamo però che i vari dirigenti avrebbero dovuto proporle e farle votare in sede di collegio docenti: in quante scuola questa prassi è stata seguita?
Si dice adesso che l'Invalsi sia da perfezionare, ma è perfettibile un progetto che parte in modo così sbagliato?
(zoe)
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